La logopedia dell’età evolutiva è molto cambiata nel corso degli anni: ora l’intervento logopedico è basato su linee guida ed evidenze scientifiche. Le metodologie si sono molto evolute e aggiornate sulla base dei risultati della ricerca neuropsicologica.
Ovviamente ogni trattamento è preceduto da una valutazione completa dell’assetto linguistico-comunicativo per avere un quadro chiaro di come il linguaggio del bambino è organizzato, effettuato con test validati e attendibili. Quando non è possibile eseguire test strutturati, viene fatta una valutazione osservativa. Alla valutazione segue una relazione scritta ed un progetto terapeutico, in cui vengono fissati gli obbiettivi di terapia.
Il trattamento è sempre personalizzato perché deve essere programmato non solo su come il disturbo è organizzato, ma anche sulla personalità e sugli interessi del bambino.
La durata e la frequenza del trattamento variano a seconda del disturbo ma raramente sono continuativi: in genere durano 3/6 mesi dopo di che si fa di nuovo il punto della situazione e si programma il nuovo intervento con nuovi obbiettivi.
La collaborazione con la famiglia e gli insegnanti deve essere costante e prioritaria.
In generale il bilinguismo è in genere una ricchezza per il bambino, che in questa situazione sviluppa in modo notevole tutte le funzioni esecutive e accede più facilmente in futuro a buone opportunità lavorative. Esistono due tipi di bilinguismo: il bilinguismo simultaneo in cui il bambino apprende due o più lingue fin dalla nascita e bilinguismo consecutivo, in cui il bambino apprende una seconda lingua dopo aver acquisito la prima I bambini bilingui possono iniziare a parlare più tardi dei loro coetanei o mischiare le due lingue e questo rientra nella normalità del dovere gestire due input linguistici. Possono però invece verificarsi delle problematiche come, ad esempio, la dominanza di una lingua sull’altra con una progressiva erosione linguistica della lingua madre e anche interferenze grammaticali e lessicali da una lingua all’altra. Può succedere che il bambino rifiuti una delle due lingue per conformarsi all’ambiente culturale e sociale in cui vive, o che possa incontrare difficoltà nelle prestazioni di letto scrittura in una delle due lingue.
Negli ultimi anni i logopedisti in Italia come in altri paesi, si sono dovuti confrontare con questa nuova problematica, e si sono moltiplicati studi e dibattiti scientifici.
Anche io, come molti colleghi, mi sono formata su questo settore e ho seguito numerosi casi di bambini bilingui e trilingui.
Questa è una domanda che molti genitori di bambini con disabilità intellettiva ( causata da varie condizioni cliniche) si pongono e pongono ai professionisti.
Feuerstein riteneva che fosse possibile sviluppare il potenziale cognitivo di ogni bambino, attivando risorse ancora non emerse. Il bambino poteva acquisire competenze e strategie attraverso l’esperienza dell’apprendimento mediato.
Il metodo Feuerstein è oggi universalmente riconosciuto come uno dei primi approcci metacognitivi nel campo della educazione, ampiamente sperimentato e di notevole efficacia.
Io personalmente lo applico da anni e ho riscontrato notevoli miglioramenti nei bambini con i quali è stato applicato. La durata del trattamento varia da 6 mesi a un anno.
Anche se può sembrare un paradosso, la logopedista si occupa anche di bambini, che per vari motivi, non possono esprimersi tramite un linguaggio verbale.
Mi riferisco ovviamente a situazioni complesse, in cui è necessario adottare un diverso tipo di comunicazione, visivo o visuo gestuale o la cosiddetta comunicazione aumentativa alternativa.
La priorità è permettere a questi bambini di poter comunicare i propri bisogni e le proprie esperienze sfruttando un linguaggio diverso che rompa l’isolamento nel quale si trovano e dia loro la possibilità di interagire con l’ambiente e con i caregivers.
La scelta del tipo di comunicazione si basa ovviamente su un’attenta osservazione delle possibilità cognitive e visuomotorie del bambini
Sono probabilmente tra i disturbi neuropsicologici più conosciuti anche tra i non esperti del settore, sia per la loro incidenza, sia per la enorme divulgazione che si è avuta negli ultimi anni.
La possibilità di effettuare una valutazione precisa e incontestabile tramite test strutturati, ha potuto condurre ad una visione completa dell’organizzazione del disturbo. La riabilitazione ha avuto notevoli cambiamenti, focalizzandosi sulle funzioni esecutive, non solo sul target di letto scrittura e proponendosi come una riabilitazione informatizzata tramite piattaforme, il cui uso corretto porta a notevoli cambiamenti nelle prestazioni del bambino. Lo sviluppo esponenziale degli ausili tecnologici ha offerto a questi bambini innumerevoli mezzi compensativi delle loro difficolà.
Ho avuto l’onore di effettuare la mia formazione con il massimo esperto del settore in Italia, il Professor Giacomo Stella e di poter a mia volta formare insegnanti e terapisti, ma soprattutto ho potuto lavorare con tantissimi bambini che mi hanno veramente stimolato ad approfondire ed aggiornare le mie conoscenze e i miei strumenti.
E’ un disturbo neuropsicologico tra i più diffusi, con un’alta incidenza nelle popolazione infantile (circa il 5-7%) e viene definito nel Manuale Diagnostico DSM5 come “ una difficoltà nell’acquisizione e nell’uso del linguaggio dovute a deficit della comprensione o della produzione del lessico, della struttura della frase e del discorso”
Quando un bambino ha uno sviluppo tipico, il linguaggio emerge spontaneamente e naturalmente, senza apprendimenti formali. L’evoluzione del linguaggio segue delle tappe determinate geneticamente, ma la velocità di evoluzione è legata ovviamente alle stimolazioni che l’ambiente offre al bambino.
Nel disturbo primario del linguaggio il bambino sembra invece avere uno sviluppo atipico, pur in assenza di ulteriori deficit (cognitivi, sensoriali, emotivi..).Quali sono i campanelli di allarme? Gli esperti sono concordi nell’indicare:
· assenza o ridotta lallazione ai nove mesi di età
· scarso utilizzo dei gesti a 12 mesi
· vocabolario inferiore alle 50 parole ai 2 anni
· abbinamento di due parole assente o scarso ai 2 anni
La precocità della valutazione e del trattamento è essenziale per una buona evoluzione Ricordiamo che l’80% dei disturbi di linguaggio determina poi un disturbo di apprendimento.
tel. +447722915772 e-mail: guglielmina.barbieri@letueemozioniparlanoinitaliano.com